Buffa entità, questo fantomatico Gli Altri: è tra i primi incontri che facciamo da piccoli, ma tra i più importanti, perché col passare del tempo ci rendiamo conto di quanto questo Essere divino sia in grado di condizionare la nostra vita.
"Mamma, a Paolo e a Luca hanno regalato una bici nuova" a cui dopo un breve attimo di esitazione, come per raccogliere il coraggio necessario, seguiva un "La compri pure a me per favore?". Salvo rare eccezioni la risposta suonava più o meno così: "Ma a te che ti interessa di quel che fanno Gli Altri? Pensa a te, non guardare a quello che succede a Gli Altri!" E io lì che pensavo a chi avesse chiamato in causa questo fantomatico Gli Altri...io stavo parlando di Paolo e Luca, nessun altro! da dove è spuntato questo terzo incomodo?
Eppure non ci si è accorti che quello è stato il primo passo verso l'interiorizzazione de Gli Altri: eccolo, è entrato dentro di me, il mio Io sta iniziando a contrapporre a sè stesso, come in una lotta titanica, Gli Altri, e sarà sfida eterna.
Passa il tempo, e il nostro rapporto con questa strana sostanza non fa che evolversi: ci si trova adolescenti che si capisce la posizione della netta superiorità dell'Io: "non sarò mai come Gli Altri, sarò diverso". Ci siamo sentiti tutti un po' ribelli, abbiamo sempre voluto distinguerci, innalzare ancora più in alto quel muro che ci divide da Gli Altri, quasi sia un mostro da evitare.
Prima o poi però ci si rende conto che non riusciamo a fare a meno de Gli Altri: ci affascina, abbiamo bisogno di confrontarci con Lui: guardiamo un attimo oltre il muro e ci accorgiamo in un lampo che al di là è tutto più bello. Lo spiamo...ma lui non se ne accorge. Oppure fa semplicemente finta di non accorgersene, chi lo sa. Sta di fatto che vogliamo essere un po' meno Io e un po' più Gli altri. Iniziano così a spuntare i jeans a vita bassa, si inizia a sentire determinata musica, affinché riusciamo a sentirci accettati da Gli Altri.
Ecco, se ne è accorto, e ci ha sorriso: si è reso conto che siamo diventati un po' più simili: però il muro non lo scavalchiamo. C'è ancora l'Io, a cui non vogliamo ammettere che non vogliamo più essere Io ma essere come Gli altri: è geloso, chissà che scenata farebbe se lo venisse a sapere...Per sicurezza meglio rimanere da questa parte...Però nel frattempo Gli Altri è già dentro di noi.
L'Io si sente punto nel vivo, intuisce il contrasto che sta nascendo: odia Gli Altri, rivuole l'indipendenza. Eppure, cieco e sordo, finge di non accorgersi che Gli Altri ci sta lanciando dall'altra parte del muro tutto ciò di cui abbiamo bisogno: ideali, idee, cibo, aiuto, affetto...Non vuole ammetterlo, ma Gli altri ci sta davvero dando una mano.
Iniziano a spuntare problemi di ordine comune, di quelli che si incontrano nella vita di tutti i giorni: una volta ad esempio è successo che anche Gli Altri si trovasse a scuola. Occorreva decidere chi andasse volontario la lezione successiva di matematica. L'Io prese parola: "ehi, ma sono pieno di impegni! ci andasse Gli Altri, che non ha mai nulla da fare". In fondo era vero: il giorno successivo aveva l'interrogazione di storia, e lui sapeva benissimo che Gli Altri aveva tempo libero a disposizione, lo aveva spiato dall'altro lato del muro. Certo, era immenso lo spazio al di là di esso, ma era sicuro che Gli Altri non stesse facendo nulla di importante e che avrebbe potuto tranquillamente pensarci lui a studiare matematica.
Dopo non poco tempo l'Io capì che per qualsiasi problema non c'era bisogno di affannarsi, poteva pensarci Gli Altri al posto suo. Fu così che la volta successiva, pur avendo un intero pomeriggio da poter dedicare allo studio accusò Gli Altri di essere un ingrato, un fannullone, che avrebbe potuto studiare anche quella volta lui ed andare volontario: in fondo i suoi impegni non erano poi così importanti; l'Io disse che sarebbe potuto andare volontario la volta successiva ma, come in fondo era lecito aspettarsi, non lo fece e lasciò a Gli Altri l'amaro compito anche in quell'occasione.
Si cresce, e bisogna cercare un lavoro, metter su famiglia...Certo che ce ne sono di difficoltà: però Gli Altri non capisce, e si mette in mezzo ad ogni piccolo problema. E il sindacato, e il governo, e gli altri lavoratori...Gli Altri è ovunque! Possibile che non lasci libero l'Io e lo riempa di così tanti problemi? Lo stipendio è basso, ma mai che Gli Altri organizzi uno sciopero. C'è da rimettere a posto la luce del piano terra al condominio: ma non sia mai che Gli Altri si decida a sostituirla...Vorremmo anche provare ad avere nuovi amici, ma pare che Gli Altri non capisca fino in fondo che persone stupende che siamo: pazienza, peggio per lui.
Dopo un po' entra la consapevolezza che Gli Altri non si diverte solo a rendere la vita difficile all'Io, ma alla nazione intera: per colpa de Gli Altri aumenta l'effetto serra, Gli Altri rubano il lavoro a noi cittadini comunitari, Gli Altri non pagano le tasse e aumenta la pressione fiscale. Per fortuna ieri in televisione hanno detto che stiamo uscendo dalla crisi prima e meglio de Gli Altri.
Nei momenti di difficoltà ciononostante si attendeva fiduciosi l'intervento de Gli Altri: ci penserà lui a trovarmi lavoro, se c'è una rapina chiamerà lui la polizia, se c'è un pedone sulle strisce che attende di attraversare la strada accelero: tanto Gli Altri lo farà passare.
Si viene così a creare questa situazione paradossale per cui c'è un eterno rapporto d'odio e d'amore nei confronti de Gli Altri, rapporto che si esplica nella continua indecisione tra lo scavalcare il muro e rimanere da questo lato: seguire l'Io o Gli Altri?
Dopo un lunghissimo periodo di indecisione venne in punto di morte la curiosità di provare a oltrepassare il muro, diventato giorno dopo giorno sempre più alto e più spesso. L'Io stesso decise di salire. Era in cima, guardò un ultima in fondo, poi si girò verso il lato de Gli Altri, così simile eppure così diverso da lui. Prese la rincorsa e saltò dall'altro lato. O perlomeno così pensava: lo specchio che era sempre stato sulla cima del muro andò in frantumi e l'Io precipitò oltre di esso, dove vi era il vuoto. Gli Altri non era mai esistito.