(premessa...il titolo è una canzone dei Rush, rendeva l'idea)
La radio è accesa. A volumi bassi, s'intende, sennò poi un parente random si sveglia e si incazza...frequenza 96,7, virgin radio. In sottofondo alle operazioni mattutine c'è stand by me: cosa si può pretendere di meglio?
Sono alle prese con il dentifricio, so che in fondo ce n'è ancora un po'...ho la confezione nuova affianco ma voglio che sia finito, voglio vincere quella lotta che si trasmette di genitore (quasi sempre la madre) ai figli: guai ad aprire un dentifricio nuovo se ancora c'è un po' di quello vecchio. E io lo osservo: si presenta come un veterano reduce da chissà quale gloriosa guerra in attesa del desiderato pensionamento, il cestino. Ma dovrà sudarselo il riposo, dovrà obbedire al mio volere: del resto, hanno aumentato l'età pensionabile, penso che valga anche per i dentifrici.
E nel bel mezzo della lotta, quando ormai so che sto per diventare vincitore, mi fermo: c'è rock in translation. In fondo, della musica che trasmette la radio mi importa poco, amo sentire voci che mi tengano compagnia. Giulia Salvi è la voce narrante: sta traducendo una canzone degli Stone Temple Pilots, interstate love song è il suo titolo; Una canzone che ho sentito miriadi di volte, di cui ignoravo sia il titolo sia il gruppo. E ora invece mi viene raccontata, perchè in fondo la musica può venire anche raccontata, non solo ascoltata...e tutta la mia attenzione è rivolta alla storia in cui la ragazza mi sta trasportando. Mi svela i segreti dietro questo testo, dei motivi che hanno portato a questa canzone: l'eroina, l'amore di uno dei membri del gruppo per una donna...
Ora che ci faccio caso però, non sto concentrato tanto sulle parole della canzone, che dimenticherò da un momento all'altro, quanto alla voce. Ha un timbro stupendo, e quello a cui sto pensando è che volto possa avere la persona che c'è dall'altro lato: la magia della radio. Un po' so com'è: per me è castana, capelli ricci, una donna di quelle bellezze particolari che si mimetizzano ma sono in fondo le più speciali; non mi importa come sia nella realtà, io ho deciso che debba essere così. Mi è rimasto impresso un momento in cui mentre stavo facendo la doccia lei mi raccontava un altra storia, più bella di quella che sto sentendo ora: diamonds on the inside, di Ben Harper. Penso sia stato in quel momento che ho deciso che Giulia Salvi rispondesse a queste determinate caratteristiche.
Lascio da parte un momento il dentifricio e penso un momento a quanto incommensurabilmente io preferisca la radio alla televisione: mi passano davanti immagini vecchie e nuove, di cui le ultime tutte legate a Virgin radio.
Penso a Ringo col suo buongiorno dottor Feelgood e le storie strampalate che narra (stamattina ha raccontato di come sia possibile affittare una persona affinché faccia il cammino di Santiago al proprio posto: è geniale). Lui l'ho visto in tv, so com'è fatto: me lo immagino seduto di fronte al microfono, e lo invidio, vorrei tanto essere al suo posto, passare la mattinata a raccontare buffi aneddoti e condividere la musica che mi piace con gli ascoltatori.
Penso a Paola Maugeri e il suo Music History: programma in cui ogni volta esordisce con "il 19XX è l'anno dei..." anche di lei ho un immagine netta: è bassina, cappello di lana in testa, capelli corti ma non troppo.
Penso al Virgin Motel, in cui Ottaviano Blitch (si scriverà così?) racconta quel che succede nel motel di cui è portiere...quante volte sono stato anch'io lì dentro, entravo e lo guardavo rilassato con la sedia appoggiata al muro fumarsi la sua sigaretta
Poi tornano i ricordi un po' più vecchi...tra tutti il più bello è sempre stato il ricordo di juventus inter 3 a 0. Da piccolo seguivo il calcio, ero tifoso della juve: mi ricordo che le pay tv non erano così diffuse, io la partita lasentivo alla radio (il posticipo e gli anticipi, per le altre c'era quelli che il calcio, che adoravo per via delle ricostruzioni dei gol da parte di giocatori che ogni volta simulavano le azioni: che pena ogni volta per il portiere che era costretto a far finta di prendere sempre gol). Il posticipo lo seguivo dal letto al caldo tra le coperte, puntualmente chiamavo mio padre per sintonizzare la radio sulla stazione che trasmetteva la partita, che non ne ero capace. La telecronaca appassionata mi coinvolgeva,riuscivo a vedere tutte le azioni, mi immaginavo ogni gol. La mattina dopo curioso come non mai volevo vedere il tg per confrontare le mie marcature con quelle reali. E ricordo la delusione: il mio gol di Nedved su punizione era molto, molto più bello.
Adesso c'è il 3d, gli schermi piatti, il digitale terrestre...ma alla radio non ci pensa più nessuno. Finalmente ho vinto contro il dentifricio, gli ho dimostrato chi è il più forte...Però l'amarezza un po' rimane. Sopravviverà la radio alla rivoluzione della tv a cui assistiamo ogni giorno? Spero di sì, anche fosse solo per potermi sentire dire da mio figlio "papà, che delusione, alla radio il gol mi sembrava più bello"
eh Eugenio Finardi aveva ragione "amo la radio perchè arriva dalla gente...entra nelle case ci parla direttamente...ma se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace ancor di più perchè libera la mente" :D stupendo l'intervento!
RispondiEliminanon so chi sia ma bella citazione:) comunque grazie mille:)
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