"Un po' più vicini...Ecco, così. Ora gli sgabelli sono in posizione ideale per entrambi: ciò non toglie che averne uno unico sarebbe stato certamente migliore, e anche più elegante. Dovrò fare reclamo per questa cosa a serata conclusa"
Doveva aver pensato una cosa del genere l'uomo nell'aver dovuto sottrarre secondi preziosi all'esecuzione nel far combaciare i due posti a sedere, alzarsi per un attimo dal suo piano per prendere il secondo, posto manco a dirlo dall'altro lato della parete, interrompendo così per un attimo il contatto delle dita con i tasti del pianoforte. Certo, avrebbe potuto pensarci prima, tenerlo a portata di mano, ridurre questo angoscioso scarto, ma in fondo è la stessa cosa di quando si aspetta una chiamata importante e si sta facendo l'amore. Ci si è dimenticati di tenere il telefono senza fili affianco il letto tanto ci si è lasciati vincere dal desiderio, ricordandosene solo nel momento in cui impietoso lo si sente squillare: per lui doveva essere stata la stessa cosa, bramoso di sentire il suono di quel piano, vedere quanto accurata fosse stata l'accordatura, a tutto aveva pensato meno che a quello stupido sgabello. Rise...chissà come gli era venuta in mente una similitudine del genere, e si divertì nel supporre che anche il musicista aveva pensato la stessa identica cosa. Ma ora non importava più nulla, nè telefoni, nè sgabelli, nè altro: la compagna del pianista si era seduta, si poteva iniziare.
Non aveva mai assistito all'esecuzione di un valzer a quattro mani: magari poteva averlo sentito in qualche cd, su internet...ma dal vivo no, era la prima volta.
Ecco...avevano appena cominciato. Non aveva visto nessuno dei due staccare il tempo: le labbra non si erano mosse, nè le mani o i piedi...forse era autosuggestione, era semplicemente distratto, ma pareva fossero davvero partiti in sincrono unicamente guidati dall'istinto, come se avessero saputo che dovevano iniziare a suonare in quel preciso momento e in nessun altro, perchè prima sarebbe stato semplicemente troppo presto, e dopo altrettanto semplicemente troppo tardi.
Ad essere sinceri più che dell'assenza dello sgabello unico sarebbe stato lecito lamentarsi nel non avere qualcuno che girasse le pagine dello spartito, evitando che anche solo per un secondo o poco più una delle quattro mani dovesse separarsi in un gesto innaturale dalle altre tre. L'uomo avrebbe voluto proporsi, non solo per aggirare il piccolo inconveniente ma anche, forse soprattutto, per vedere e toccare quelli spartiti, sentire con le mani e con le orecchie il freddo inchiostro delle note tradursi in emozioni.
Si trattava di un valzer piuttosto allegro, sebbene non lo si fosse capito fin dall'inizio, la melodia sembrava sempre voler tendere a modi minori e malinconici per poi riprendersi ogni volta all'improvviso...la velocità decisamente sostenuta delle dita non si traduceva in ansia ma in gioia dirompente. L'uomo si rese conto subito di avere a che fare con degli interpreti davvero competenti, era un piacere stare lì seduti ad ascoltarli, chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dal dolce suono che proveniva dal piano, provare tutte quelle sensazioni che ogni volta compaiono nell'ascoltare della buona musica. Ma fu nell'aprirli che si rese conto di cosa davvero ci fosse di magico nel suonare il piano a quattro mani.
Un aspetto che aveva tralasciato era la disposizione dei due musicisti: all'uomo spettavano le ottave più alte, alla donna l'uso dei pedali: fu nel guardare i quattro piedi che smise da quel momento fino alla fine dell'esecuzione di prestare attenzione alla musica, come se di punto in bianco fosse diventato sordo da entrambe le orecchie. Vi era un qualcosa di speciale nel modo in cui i piedi della donna si muovevano sui pedali: nel suonarne uno l'altro si divertiva nel muoversi in un modo tutto suo: non teneva il tempo, nè seguiva gli accenti della melodia...pareva danzasse. L'uomo notò che anche i due piedi del compagno, entrambi liberi, seguivano lo stesso ballo. Pareva di vedere sotto il piano una coppia di ballerini divertirsi, sfiorarsi, ridere...ridere? Come se i piedi potessero ridere...eppure era davvero quel che sembrava stessero facendo, se l'uomo avesse dovuto descriverli non avrebbe potuto farlo altrimenti, danzanti e per l'appunto sorridenti. Cercò di seguire i loro movimenti, il loro incedere: pareva stessero facendo pattinaggio artistico su ghiaccio; pur senza toccarsi sembravano così avvinghiati, stretti, parevano riprodurre per uno strano gioco prospettico dal punto di vista dell'uomo una figura particolarmente complicata, di quelle in cui nel guardarle alla televisione si esclama "ecco, adesso la donna cade, non può reggersi in un quella posa, lui non può sostenerla così" eppure ciò non accade e si rimane abbagliati da tanta eleganza.
Dai piedi passò ad osservarne i corpi, i volti: non ci aveva fatto caso ma erano entrambi non così attraenti come si era immaginato in un primo momento: anzi, a dirla tutta la donna era parecchio bruttina. Eppure non mancavano, come i piedi, di grazia: i loro corpi,avrebbe giurato, non erano mai stati fermi dall'inizio alla fine del brano. Ecco, dai corpi riusciva a capire cosa loro provassero nel suonare: i momenti che intuiva dovevano essere più toccanti (intuiva, perchè non stava seguendo più la melodia, non poteva saperlo) erano accompagnati da un incedere dei due busti in avanti, un piegarsi verso il piano, un avvicinare i volti alla tastiera, quasi come violenti colpi di frusta, che in base alla velocità e all'intensità capì significassero in un caso tensione, in un altro rabbia, in un altro focosità...a volte quei gesti venivano accompagnati da un certo sorriso sornione da parte del musicista alla destra o dal sollevare un sopracciglio: in ogni caso a qualunque sensazione si riferissero non mancavano mai di sincronia, quasi i due fossero gemelli siamesi. Un rito di corteggiamento, un sedursi vicendevolmente, un amarsi e odiarsi e perdonarsi in continuazione, non poteva essere altro quel modo di interpretare il brano: non vi può essere musica senza amore nel partener, non si può rimanere ad un rapporto di lavoro...dovevano essere innamorati, amanti da quand'erano poco più che adolescenti...non era possibile altrimenti, troppo il feeling, la musica era collante invisibile tra i due. Se così non fosse stato, se quel tradurre le emozioni dall'inchiostro non avesse portato ad un risultato del genere, qual era allora il senso di quella melodia, da dove nasceva l'impulso a creare sentimenti dal nulla col semplice premere un tasto e percuotere una corda? Avrebbe rinnegato sè stesso e la musica se si fosse sbagliato, doveva esserci amore, di quelli che si esprimono anche solo con l'alzare il sopracciglio.
Si, doveva essere così: il loro farsi trascinare dalla musica non poteva tradursi altrimenti. Vi erano punti del brano in cui tanta era la passione, tanta l'intensità del brano e per il brano accumulatasi in cui poco ci mancava che i due innamorati si alzassero. Proprio che si alzassero! In un momento la donna era praticamente in piedi, accompagnando con questo suo gesto un accordo particolarmente espressivo. Certo che l'impeto doveva essere particolarmente travolgente...L'uomo avrebbe venduto l'anima al diavolo per saper suonare il piano e capire esattamente cosa si provasse in quei frangenti.
Fu interrotto nelle sue riflessioni da alcune risate che sentì provenire alle sue spalle. Si voltò, un gruppo di ragazzi rideva di gusto. I musicisti non se ne erano accorti presumibilmente, il loro rito d'amore continuava, indifferente ad ogni stimolo esterno. Quasi inorridì nel vedere quei giovani fare la parodia della donna e del compagno. Ripetevano oscenamente quel loro piegarsi in avanti, quell'alzarsi, esasperandoli in ogni aspetto. L'uomo comprese che la mancanza di avvenenza, in particolare nella donna, aveva contribuito a rendere il loro muoversi piuttosto buffo. Non avevano capito nulla...In compenso nell'ascoltarli una volta finito l'odioso scimmiottamento si stupì del fatto che la musica li aveva favorevolmente impressionati, ma non potevano esimersi dal continuare a fare parodie poco dopo.
Improvvisamente il brano finì, senza preavviso, senza che l'uomo se ne fosse accorto. In realtà se avesse prestato attenzione alla melodia si sarebbe reso conto della complicata e meravigliosa preparazione al finale culminata con un magnifico e ogni volta leggermente diverso nel suo incedere turn-around. Senza dirsi una parola, senza guardarsi, i due musicisti si separarono, uscirono dalla stanza da due direzioni diverse, sotto gli applausi scroscianti del pubblico, compresi quelli dei giovani dietro l'uomo, forse addirittura i più entusiasti in assoluto.
Ma cosa era successo in realtà? Tutto quell'amore era vero, una sua immaginazione, si esauriva con l'esaurirsi del brano, era condizione necessaria ma non sufficiente...non l'aveva capito. Le ipotesi si rincorrevano nella sua testa, li vedeva prima sposi di lunga data, poi semplici turnisti che non avevano fatto altro che seguire lo spartito sotto i loro occhi, infine trasgressori, amanti che fuggivano dalle loro rispettive relazioni per queste scappatelle occasionali...Non riusciva a darsi una risposta soddisfacente, tutte le soluzioni parevano egualmente plausibili, ma capì che l'unica cosa che doveva fare era imparare a suonare il pianoforte a quattro mani, imparare a provare quell'amore così estemporaneo: in quel momento ogni dubbio si sarebbe sciolto, avrebbe trovato la risposta e si sarebbe stupito una volta che fosse apparsa nella sua evidenza di non esserne accorto prima.
L'amore ha molte forme... Non sempre la passione è la più intensa di esse. ;-)
RispondiEliminasenza parole.
RispondiElimina@ Vaniglia: eh ma se già suoni non vale:) l'uomo del racconto questo mica lo sa:)
RispondiElimina@ Calliope...addirittura?
:P vabbè lo sai che se non ti posso insultare non c'è gusto...allora sto zitta:)(proprio un bel racconto)
RispondiEliminaIo con il mio violino facevo l'amore. Ne conoscevo ogni nota, persino olfattiva.
RispondiEliminaSolo chi suona sa quel che è agli altri è sconosciuto.
verissimo:)
RispondiEliminaohi ma dici che prima o poi tornerai a scriverci qualcosa?...sono passati 3 mesi! SCrivi!!!!!!!!!!!!!!!!!:)
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